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La volatilità del prezzo dell’energia elettrica ha causato evidenti maggiori costi in bolletta per il consumatore, costi che mettono in crisi privati e aziende. Il fotovoltaico è una soluzione, e diventa anche un’opportunità di guadagno, vi spieghiamo in questo articolo perché.

Fino al 2021, il costo dell’energia elettrica è aumentato mediamente del 2/3% all’anno con periodi anche di forte contrazione, arrivando a prezzi negativi nei momenti di punta delle rinnovabili (es. periodo pasquale). Nel 2022 e 2023, si è invece assistito ad un aumento anche del 400% in pochi mesi, e le previsioni portano a pensare che la volatilità del prezzo continuerà per i mesi a venire (non solo in positivo come aumenti ma anche con repentine diminuzioni).

Questo “caro energia”, in larga parte dovuto a dinamiche speculative, a contingenze internazionali e solo in minima parte a dinamiche nazionali, porta però anche a una serie di opportunità come conseguenza dell’aumento dei prezzi. Tale aumento, infatti, aumenta anche l’importo del valore del risparmio e della remunerazione dell’energia esportata in rete in caso di possesso di un impianto fotovoltaico e questo ne diminuisce drasticamente il tempo di pareggio dell’investimento. Per capire quanto si può guadagnare da un impianto fotovoltaico occorre però prima capire come è strutturato il costo della bolletta. Ipotizziamo quindi di analizzare IL cliente domestico “medio” con 3 kW di potenza di connessione alla rete, un consumo elettrico annuo medio-alto pari a 2750 kWh/anno (4 persone molto presenti in casa, per approfondimenti sui consumi leggi qui) e un contratto vincolato al servizio di maggior tutela (ossia non nel libero mercato). Nella figura 1 iniziamo a vedere come è variato per questo cliente, il prezzo dell’energia negli ultimi anni:

Evoluzione della bolletta e dei suoi costi

Figura 1 – Andamento delle componenti della bolletta dal quarto trimestre 2019 al I trimestre 2023 secondo i dati ufficiali dell’autorità ARERA per un cliente domestico residente con 2750 kWh/annui di consumi elettrici

La componente in giallo nella Figura 1, detta “componente energia” è quella che varia direttamente in base ai volumi di energia prelevata. Se non la si preleva, in parte, grazie ad un impianto fotovoltaico, essa diminuisce. Diminuiscono anche le quote di trasporto e gestione del contatore e gli oneri di sistema ma, essendo la loro componente marginale, essi rappresentano un risparmio di seconda approssimazione, che terremo comunque in considerazione nei nostri calcoli. Vediamo ora come ci può aiutare a risparmiare e guadagnare un impianto fotovoltaico. Anzitutto vediamo le compatibilità fra detrazioni fiscali e tariffe per remunerare l’energia in eccesso:

Modalità di costruzione dell’impianto fotovoltaico Compatibilità con detrazione fiscale del 50 % in 10 anni sui componenti Compatibilità, per l’energia in eccesso con il servizio di SCAMBIO SUL POSTO (SSP) Compatibilità, per l’energia in eccesso con il servizio di RITIRO DEDICATO (RID)
Libero, senza utilizzo di cd. superbonus SI SI SI
Costruito utilizzando il cd. superbonus

(intervento trainato)

NO NO SI
Fonte dei guadagni/risparmi 1|Risparmio in bolletta

2|Contributo in conto scambio

3|Liquidazione delle eccedenze

1|Risparmio in bolletta

2|Tariffa ritiro dedicato per l’energia esportata

 

I dettagli della remunerazione dello scambio sul posto e del ritiro dedicato non sono di immediata comprensione e vi lasciamo nelle references i necessari rimandi amministrativi sul tema per poterli approfondire [3][4]. Limitiamoci a una esposizione generale delle formule e ad un commento sia per il RID e che per SSP.

  • Lo scambio sul posto (SSP)

Chi installa fotovoltaico su un’abitazione domestica con residenza anagrafica (cioè fino a 500kWp nel posto in cui vive) e senza il superbonus, può usufruire della detrazione fiscale del 50% sui componenti (non sulla manodopera) e vedere la propria energia remunerata con il meccanismo dello scambio sul posto.

Entrato in vigore il 1° gennaio 2009, lo scambio sul posto [4] si pone l’obiettivo di utilizzare come batteria, ossia come accumulo di energia, la rete stessa, creando, nei periodi di immissione di energia, un credito o energetico o monetario (cd. liquidazione delle eccedenze), per l’energia che l’utente immette in rete. In termini analitici semplificati per il caso in esame, lo scambio sul posto può essere espresso come segue:

  • Il primo temine è detto contributo in conto scambio ed è formato da un contributo pari al minimo fra il costo dell’energia prelevata e il valore dell’energia immessa. Completa il termine un parziale rimborso degli oneri di sistema di secondario valore economico.
  • Il secondo temine è detto valorizzazione delle eccedenze. Ossia per tutta quell’energia prodotta e NON consumata in loco, l’utente può o avere tale energia “a credito” per essere direttamente consumata nei momenti in cui invece la preleverebbe (una vera e propria “pila virtuale”), oppure venire liquidato in denaro con il quale può riacquistare energia o altri beni e servizi (cd. liquidazione delle eccedenze).
  • L’ultimo termine indica il risparmio generato tramite l’energia non prelevata grazie al fotovoltaico ossia la diminuzione della bolletta dovuta alla contemporanea presenza di energia sufficiente da fotovoltaico, mentre la si consuma

Avendo compreso il secondo temine si capisce come le batterie di accumulo siano completamente inutili dato che l’accumulo per l’energia non consumata lo fa già virtualmente la rete con scambio sul posto.

Quanto sopra ci dà modo di ribadire come le batterie di accumulo siano: inutili, costose, dannose per l’ambiente e possano anche sfociare, se di bassa qualità e non adeguatamente areate, in incendi e quindi generare danni. NON ACQUISTATELE MAI (almeno finché ci sarà questo regime remunerativo).

Volendo scendere in un ulteriore dettaglio analizziamo la Figura 2 che rappresenta il valore sul mercato del giorno prima dell’energia (MGP) e il valore del prezzo unico nazionale (PUN) mensile nel giorno del 9 dicembre 2022 e 9 agosto 2022. Questi due prezzi determinano i valori degli addendi dello scambio sul posto come si vede in Figura 2.

Prezzi zonali e PUN Italia

Figura 2 – Prezzi medi zonali nel mercato del giorno prima (MGP) e prezzo medio mensile per il 9 dicembre 2022 (a sinistra) e 9 agosto 2022 (a destra). Fonte dati ufficiali del GME (Gestore Mercati Energetici) [5]

L’argomento è complesso e i valori sono estremamente variabili da zona di mercato, giorno dell’anno, integrità della rete elettrica, quantità di rinnovabili presenti nel mese e nel giorno ecc. Si possono però fare alcune considerazioni che valgono sempre:

  • Zone di mercato con alto prezzo (come nel caso del giorno in Figura 2 del nord Italia a sx) fanno aumentare il valore dell’energia esportata (secondo termine dell’equazione, cd. valorizzazione delle eccedenze)
  • Il PUN è generalmente leggermente superiore alle medie dei pezzi delle singole zone di mercato quindi se ci si trova in zone a basso costo zonale, il valore dell’energia prelevata sarà generalmente superiore a quello dell’energia immessa come conseguenza speculare di quanto sopra

Facendo alcune semplificazioni, considerando la tassazione e ogni altro dettaglio, abbiamo calcolato quanto tempo occorre mediamente per ritornare dell’investimento di un impianto fotovoltaico domestico al variare del costo della materia energia. I risultati sono esposti in Figura 3.

Tempo di rientro dell'investimento per

Figura 3 – Andamento del tempo di rientro dell’investimento (sulle ordinate), al variare del costo dell’energia elettrica (in ascisse) per un impianto fotovoltaico domestico in regime di scambio sul posto.

Come si può vedere, con prezzi pre-caro energia (2021) il tempo di rientro dell’investimento era intorno ai 10 anni, con i prezzi da caro energia siamo invece a 3/4 anni. Chi aveva un impianto fotovoltaico prima del caro energia, questo è certo, si è difeso benissimo dal caro prezzi e, al contempo, ha guadagnato molto dalla vendita di energia. Ipotizziamo per un ‘attimo che PUN ed MGP siano uguali (cosa verosimile in un intervallo lungo di tempo) e grafichiamo le componenti di guadagno del nostro impianto fotovoltaico con scambio sul posto:

Scambio sul posto, componenti di guadagno

Figura 4 – Andamento delle tre forme di guadagno dello scambio sul posto al variare della quota autoconsumo per un utente domestico con fotovoltaico.

Dalla Figura 4, si evince la considerazione più importante: le batterie di accumulo peggiorano il conto economico di impianto andando ad aumentare la quota autoconsumo. Non solo: sono costose e aumentano di 1/3 il tempo di rientro dell’investimento (perché si spende un terzo in più per installarle); inoltre sono soggette ad usura e la loro durata media è di circa 4/5 anni. Ultimo ma non ultimo possono dare luogo, se difettose e installate in posti con basso smaltimento termico, anche ad innesco di incendi.  Unico vantaggio dell’installare batterie, lo diciamo per completezza di trattazione, riguarda la differenza di prezzo di vendita (cosiddetto prezzo MGP mercato del giorno prima [6]) durante la giornata. Mediamente il prezzo, per effetto proprio della diffusione del fotovoltaico, scende in mezzo al giorno quando l’energia solare aumenta e diminuisce quando essa non c’è. Questo fa si che, avendo le batterie, si può andare a vendere, nelle zone a più alto valore di mercato. Vi riportiamo qui il risultato di un complesso studio sui prezzi MGP nelle giornate medie del 2022 che evidenzia proprio questo effetto.

Differenziale di prezzo elettricità Italia durante il giorno

Figura 5 – Prezzo MGP per vari giorni dell’anno in confronto alla curva media di immissione (in percentuale sull’energia media giornaliera) di un fotovoltaico medio in Italia.

Il differenziale di prezzo in capo alla giornata è attualmente del 10% anche se lo si prevede in aumento e avendo le batterie non si riesce sicuramente a sfruttarlo a pieno visto poiché:

  • La capacità delle batterie non è infinita e quando le scarico (mattina o sera) esse utilizzano l’energia solare per ricaricarsi, non permettendo all’energia di uscire per essere venduta
  • Anche ipotizzando di sfruttare tutto il 10% del differenziale eludendo il punto precedente, anche ipotizzandolo al 15%, esso varrebbe 15% sulla remunerazione a fronte di un costo maggiore delle batterie del 30%. La convenienza quindi, anche ipotizzando questo effetto, non c’è.
  • Il ritiro dedicato (RID)

Il ritiro dedicato è invece un meccanismo molto più semplice per la vendita dell’energia in rete, ed è compatibile con le detrazioni superbonus. Esso di fatto valorizza l’energia in eccesso al prezzo unico zonale (PUN zonale). Sul sito del GSE si legge in fatti:

“Il prezzo riconosciuto [per lo scambio sul posto n.d.r.] è il Prezzo Zonale Orario (PO), ovvero il prezzo che si forma sul mercato elettrico che varia in base all’ora nella quale l’energia viene immessa in rete e alla zona di mercato in cui si trova l’impianto. Per gli impianti per i quali si applicano i PMG è previsto il riconoscimento di un conguaglio annuale, se positivo, con l’applicazione dei PO; in questo modo i produttori vengono comunque remunerati con il prezzo più vantaggioso.”

Oltre alla vendita di energia derivante dal RID, l’utente può contare anche sull’energia non acquistata e consumata in loco. In termini analitici si ha quindi:


Dove Esh è l’energia esportata in rete e POh è il prezzo orario della zona di localizzazione dell’impianto.
Nel caso di impianti domestici in ritiro dedicato (RID), la remunerazione è la somma del risparmio in bolletta e della vendita di energia in eccesso al prezzo medio orario della zona di localizzazione  dell’impianto. Non ha senso parlare di tempo di rientro dell’investimento poiché il superbonus remunera tutto o parte il costo di installazione.

 Solitamente un impianto da 3 kWp in RID produce 1100 € di vantaggi annui fra risparmio in bolletta e vendita di energia alla rete.

Consigliamo quindi:

 

  1. Di installare comunque il fotovoltaico sia con 50% di detrazione fiscale e lo scambio sul posto sia con superbonus e ritiro dedicato. È un investimento sicuramente in attivo con guadagni e risparmi che possono superare i 1500 € all’anno fra risparmi e vendita di energia in rete (quando il costo dell’energia è alto, 500€ quando è basso) 
  1. Di non installare le batterie di accumulo in nessun caso. Sono inquinanti, costano, hanno una durata limitata (anche se ve le garantiscono come long life) e, soprattutto, non portano, come abbiamo visto, vantaggi nei guadagni ma bensì spese maggiori senza alcun beneficio o quasi.

 Secondo le nostre stime cautelative, in Italia, senza contare siti di interesse artistico, tetti male esposti al sole ecc., abbiamo a disposizione almeno circa 450 km2 di tetti disponibili per installare impianti (non toccando il suolo). Questo vorrebbe dire che possiamo installare circa 130.000 MWp di potenza fotovoltaica che porterebbe a coprire, solo con il sole e con la tecnologia attuale (che è in crescita esponenziale, ricordiamolo), circa il 60% del fabbisogno energetico nazionale. La nostra risorsa è e deve sempre più essere il sole e il fotovoltaico poiché è una tecnologia sicura, duratura, semplice, con bassi costi di manutenzione e alla portata di tutti. Il futuro è arrivato, il nostro petrolio, Italia, è nel cielo ogni giorno.

TUTTI I DIRITTI DELL’ARTICOLO SONO RISERVATI E PROPRIETÀ DEL TEAM DI ENERGYHUNTERS.

LA LORO RIPRODUZIONE NON AUTORIZZATA È VIETATA

REFERENCES:

[1]: Fonte dati dei prezzi dell’energia elettrica dal sito di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambienti): https://www.arera.it/it/prezzi.htm

[2]: Fotovoltaico: detrazioni fiscali, scambio sul posto e superbonus; quanto e cosa conviene fare: https://www.energyhunters.it/fotovoltaico-detrazioni-fiscali-scambio-sul-posto-superbonus-quanto-si-guadagna/

[3]: Portale dello scambio sul posto – GSE Gestore dei servizi energetici: https://www.gse.it/servizi-per-te/fotovoltaico/scambio-sul-posto

[4]: Portale del ritiro dedicato – GSE Gestore dei Servizi Energetici: https://www.gse.it/servizi-per-te/fotovoltaico/ritiro-dedicato

[4]: Definizione di Scambio sul posto Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Scambio_sul_posto

[5]: GME – Gestore dei dati Energetici: https://www.mercatoelettrico.org/it/Statistiche/ME/DatiSintesi.aspx

[6]: glossario del GME inerente il mercato elettrico: https://www.mercatoelettrico.org/it/tools/glossario.aspx

Energy Hunters è formato da ingegneri e ricercatori provenienti dal dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università di Bologna. Ci proponiamo come riferimento professionale nella determinazione del potenziale rinnovabile di un sito, nella certificazione energetica e nella consulenza per le energie rinnovabili.

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